Si ottiene un olio essenziale. Si localizza nel mesofillo, ma anche nell’epidermide fogliare racchiuso in tasche oleifere. In quantità minore le tasche sono presenti anche nello xilema e nella corteccia. È un liquido dal colore giallo variabile dal citrino al giallo scuro.
Contiene diversi elementi. Idrocarburi: α pinene (in percentuale elevata nel mirto sardo), limonene, β pinene, canfene; alcoli: mirtenolo (responsabile dell’odore caratteristico del mirto), geraniolo, linalolo; aldeidi: mirtenale, idrocarburi sesquiterpenici (β cariofillene, δ cardinene, ecc.); esteri: acetato di mirtenile, acetato di geranile, ecc..Quello che comunemente si chiama miratolo, non è altro che l’essenza di mirto
Acilfloroglucinoli ad azione antibiotica, simile alla penicillina e streptomicina; triterpeni; vitamina C.
Zuccheri fino al 10%; acidi organici: ac. citrico, ac. malico, pigmenti antocianici.
Ac. grassi saturi (acido palmitico); ac. grassi insaturi (acido oleico e linoleico); lecitine.
Resina; composti polifenolici: tannini (di cui sono più ricchi i frutti), acidi fenolici, flavonoidi, antociani.
Si precisa che dosi elevate di essenza possono provocare abbattimento, cefalea, vomito. Al pari della segale cornuta produce contrazioni tetaniche sull’utero gravido per cui in Tripolitania è usato come abortivo.
Agisce come stomachico e digestivo. I tannini presenti soprattutto nelle bacche hanno un’azione astringente: sono antidiarroici.
L’effetto astringente dei tannini lo rende utile come emostatico in caso di emorroidi, di ferite. Le lecitine estratte dai semi lo rendono emoagglutinante.
Ha azione espettorante, balsamica, anticatarrale, in caso di catarri muco-purulenti, soprattutto per la presenza di cineolo che agisce come l’eucaliptolo: si considera quindi un antinfiammatorio delle vie respiratorie.
È diuretico, antinfiammatorio anche delle vie urinarie. È antileucorrea, per i tannini. Sull’apparato genitale, a livello dell’utero gravido, produce contrazioni tetaniche.
Utile in caso di otorree, è un risolvente-vulnerario nella psoriasi e altre alterazioni cutanee. Frizionando le parti dolenti con l’essenza esplica la sua azione come antireumatico e antinevralgico. L’olio essenziale e i composti polifenolici sono antisettici, disinfettanti: agiscono sui batteri gram + e gram –, sul bacillo di Koch (responsabile della tubercolosi) e su tutti i microrganismi diventati resistenti alla penicillina e alla streptomicina; per la presenza di acilfloroglucinolo, antibiotico naturale. Vengono, come detto, usati in caso di affezioni delle vie respiratorie, urinarie-genitali e cutanee varie.
Nei tempi passati per distillazione di fiori e foglie si otteneva “l’acqua degli angeli”, così chiamata perché donava compattezza e luminosità se passata sul viso, dopo un’accurata pulizia, sia di mattina che di sera.
Fare un decotto con le bacche. Filtrare e utilizzare come acqua per lavare i capelli.
Mettere in una tazza di acqua bollente, in infusione per cinque minuti, un cucchiaino di fiori e foglie secche e un cucchiaino di bacche. Filtrare e berne al mattino una tazza per tutto il mese di ottobre; si attenua o scompare la lieve depressione e compare il buonumore.
Aggiungere ad uno yogurt 50 g. di frutti pestati e due cucchiaini di olio di mandorle. Mescolare bene e stendere sul viso. Lasciare in posa per venti minuti, quindi asportare il tutto con un panno umidificato con acqua tiepida.
Fonte: Aldo Domenico Atzei “Le piante nella tradizione popolare della Sardegna” – Carlo Delfino editore & C. | pp. 702
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